Appunti di Russo: grammatica e filologia slava

APPUNTI SULL'USO DEI PARTICIPI

Caratteristiche
Esistono 4 tipi di participi in russo :
  1. participio presente attivo
  2. participio passato attivo
  3. participio presente passivo (lo rivedremo più avanti)
  4. participio passato passivo
I participi si devono distinguere anche in base alla transitività e intransitività.
E' importante ricordare anche la reggenza. I participi reggono lo stesso caso retto dal verbo da cui sono formati.
I participi esprimono attributi, rispondendo alle domande "quale?, Quali?"
I participi concordano sempre con il sostantivo a cui sono riferiti.

FORMAZIONE

PARTICIPIO PRESENTE ATTIVO ( "CHE LEGGE")

Partiamo sempre dalla 3°persona plurale.

I coniugazione:
читать leggere, читают(3°p.p.), чита-ющ-ий/яя/ее(part.pres.att.) che legge
 писать scrivere, писут                , пис-ущ-ий che scrive
 давать   dare,    дают                       , да-ющю-ий che da

II coniugazione:
 молчать tacere, молчат,              молч-ащ-ий che tace
 говорить parlare, говорят,           говор-ящ-ий che parla

ESEMPI :
1. Lo studente che legge un libro = Студент читающий книгу
2.Il traduttore che traduce un articolo = Переводчик переводящий статью

PARTICIPIO PASSATO ATTIVO("CHE LEGGEVA")
Lo formiamo partendo dal tema del passato.
  • se il tema del passato finisce in vocale si aggiunge вш
читать leggere, читал(pass.), чита-вш-ий/яя/ее (part.pass.att.) che leggeva
писать scrivere, писал,          писа-вш-ий                                 che scriveva
  • se il tema del passato finisce in consonante si aggiunge solo ш
нести portare, нёс(pass.),  нёс-ш-ий/яя/ее che portava
спасти salvare, спас,            спас-ш-ий che salvava
лезть arrampicarsi, лез,        лез-ш-ий che si arrampicava

ESEMPI :
1.Il pittore che dipingeva un ritratto = Кудожник написавший портрет
2. Il relatore che portava la proposta = Докладчик внесший предложение


APPUNTI DI FILOLOGIA SLAVA 

La filologia slava comprende tutte le manifestazioni spirituali di tutti i popoli slavi, così come si riflette nella loro lingua e documenti scritti, nelle opere letterarie sia di singoli autori sia della forza comune dell'opera d'arte popolare/folklore nelle credenze trasmesse e nelle usanze.(V.Jagic)
G.Dell'Agata individua 5 questioni fondamentali per individuare le condizioni unitarie che possono gettare luce interpretativa sulle condizioni storiche antiche:

  1. CODICE GENETICO o  ETONOGENESI DEGLI  SLAVI
  2. SFERA CIRILLO-METODIANA
  3. QUESTIONE DELLA LINGUA
  4. (critica del testo)
  5. (conoscenza e coscienza  di come il mondo slavo è stato studiato in europa)
XIX e XX secolo i "SECOLI DEGLI SLAVI" (H.Rothe)
I popoli slavi erano compresi in 3 grandi imperi sovranazionali :

  • IMPERO RUSSO (russi, polacchi, ucraini, biellorussi, etnie non slave)
  • IMPERO AUSTRO-UNGARICO (ucraini, polacchi,croati)
  • IMPERO OTTOMANO (slavi balcanici per lo più serbi e bulgari)  
LA PRIMA GUERRA MONDIALE: TAPPA FONDAMENTALE
DISFATTA DEI 3 IMPERI 
L'Europa è improntata all'autodeterminazione dei popoli, si formano nuovi stati; questo processo viene interrotto per gli slavi dalla Rivoluzione Russa del 1917.
URSS (1922-1991)   +
 PROGETTO IUGOSLAVIA  a più riprese:

  • 1918-1929 Regno Serbi, Croati, Sloveni
  • 1929-1941 Regno Jugoslavia
  • 1943-1991 Federazione Jugoslava
  • 1992-2006 Repubblica federale di Jugoslavia (serbia + montenegro)
  • 2006 Serbia e Montenegro autonomi
  • 2008 indipendenza del Kosovo



IL MONDO SLAVO CONTEMPORANEO:


Divisione dei paesi slavi


  • SLAVIA MERIDIONALE
  • SLAVIA OCCIDENTALE
  • SLAVIA ORIENTALE
slavi meridionali

  • slovenia
  • FYROM(macedonia)
  • croazia
  • serbia                                  alfabeto cirillico - religione cristiana
  • montenegro                         ortodossa
  • kosovo
  • bosnia
slavi occidentali

  • polonia
  • slovacchia                            alfabeto latino - religione cristiana 
  • cechia                                   cattolica
slavi orientali

  • russia
  • biellorussia                           alfabeto cirillico - religione 
  • ucraina                                  cristiana ortodossa
Prime ipotesi sull'identificazione della prima civiltà slava^


  1. CIVILTA': LUSAZIANI


LUOGO: GERMANIA/POLONIA tra i fiumi ELBA e VISTOLA
ANNO: 1300-1200 a.C. fino al IV secolo a.C.

      2.  CIVILTA': VENEDI

LUOGO: POLONIA/UCRAINA sul MAR BALTICO
ANNO: dal V al I secolo a.C.

Spazio geografico della prima civiltà slava

TESI ORIENTALISTA:


  1. CARPAZI, DNESTR, DNEPR
  2. BACINO PALUDOSO DEL PRIPJAT
TESI OCCIDENTALISTA:


  1. ODER, VISTOLA, BUG (Polonia)
TESI DANUBIANA:


  1. PIANURA PANNONICA (Ungheria)
TESI DI COMPROMESSO ( ACCETTATA) :


  1. VISTOLA, DNEPR
LE PRIME TESTIMONIANZE SUGLI SLAVI

Le prime testimonianze sugli slavi risalgono alla fine dell'evo antico, dopo le invasioni barbariche. Il primo a parlarcene è lo storico Giordane:


Dalla sorgente del fiume Vistola e per immensi spazi si è insediato il numeroso popolo dei venedi. I loro nomi cambiano secondo le varie stirpi e luoghi, tuttavia principalmente sono chiamati sclavini e anti. Gli sclavini dimorano in una terra posta fra la città di Noviodunum, il lago Mursiano, il Dnestr e, a settentrione, fino alla Vistola. Al posto delle città, possiedono paludi e boschi. Gli anti, i più forti fra questi, vivono là dove si inarca il Ponto, si estendono fra il Dnestr e il Dnepr. Distano questi fiumi diversi giorni di marcia l'uno dall'altro. (Giordane)
Giordane, nel VI secolo, ci offre una testimonianza che indicherebbe una distinzione degli slavi in tre grandi gruppi, analoga a quella che usiamo oggi :

VENEDI-SETTENTRIONALI
SCLAVINI-MERIDIONALI
ANTI-ORIENTALI

LA CULTURA MATERIALE E SPIRITUALE

CIVILTA' CONTADINA

VILLAGGIO E ABITAZIONI

IL LAVORO AGRICOLO

CREDENZE E CULTI PAGANI

L'ORGANIZZAZIONE SOCIALE

LA GRANDE FAMIGLIA E IL ROD

LA COMUNITA' DI VILLAGGIO E IL MIR

L'ORGANIZZAZIONE TRIBALE

LA DISTRIBUZIONE DELLE TERRE

L'EVOLUZIONE DELLE STRUTTURE SOCIALI IN EPOCA STORICA

IL RUOLO DELLA DONNA 

USO COLLETTIVO DELLE TERRE E PROPRIETA' FEMMINILE SULL'ORTO DOMESTICO

I CONIUGI E IL ROD D'ORIGINE

ESOGAMIA E VILLAGGI BINARI

LO SNOCHACESTVO

FAMIGLIA NATURALE E FAMIGLIA SOCIALE

L'AVUNCOLATO

IPOTESI EVOLUTIVA

ESPANSIONE E NUOVI INSEDIAMENTI

Il "periodo delle migrazioni" segnò il passaggio delle popolazioni slave dalla preistoria alla storia. 

Qualche secolo prima si erano spostati verso occidente i popoli germanici con le "invasioni barbariche", dal VI-VII secolo, si parla di "migrazioni degli slavi" intese come la fase finale delle "invasioni" e dell'evo antico. 
Passaggio dal modello "migrazionista" a quello di agricoltura itinerante che sfruttava sempre terre nuove per un agricoltura primitiva ed estensiva.

AVARI E SLAVI

L'ingresso degli slavi nella storia avvenne con il loro insediamento nella Pianura Pannonica, area di importanza strategica perché era la porta d'ingresso all'Occidente europeo e alla penisola balcanica, abbandonata nel 568 da i longobardi che andavano a insediarsi nella penisola italiana.

VI SECOLO:
LONGOBARDI > AVARI di stirpe turca che sottomisero gli SLAVI presenti già nell'area.

Si formò un dominio guidato dall'aristocrazia guerriera degli Avari con popolazione in maggioranza slava. Il KHANATO AVARO costituì il PRIMO MODELLO SOCIALE.
Gli slavi seguendo la colonizzazione degli avari in Europa centrale e nei balcani si allontanarono sempre di più dalla pianura pannonica e dagli avari, penetrando nei territori che erano appartenuti all'impero romano.

L'IMPERO BIZANTINO E IL REGNO DEI FRANCHI

Avari e slavi irruppero nella penisola balcanica, entro i confini dell'impero romano d'Oriente ( impero bizantino ). Le popolazioni germaniche si riversarono così in Occidente, determinando la fine dell'impero romano d'Occidente e costituendo i regni romano-barbarici.
L'imperatore Giustiniano (dell'impero romano d'Oriente) ne approfittò per riconquistare parte dell'impero romano d'occidente e nel frattempo:

AVARI + SLAVI + PERSIANI vs IMPERO ROMANO D'ORIENTE
ASSEDIANO COSTANTINOPOLI

L'indebolimento dei due imperi aprì la strada all'espansione del mondo arabo sotto l'egida dell'Islam.

Mentre i bizantini erano occupati in oriente gli avari e gli slavi irruppero nella penisola balcanica e vi si insediarono.
Allo stesso tempo penetrarono anche nell'Europa centrale e si insediarono nelle aree abbandonate dalle popolazioni germaniche, fin quando non entrarono in contatto con il Regno dei Franchi ( non coeso ma, unito dalla fede cristiana e dal rapporto privilegiato con il papato ) che dovette opporsi all'espansione islamica e alla pressione degli avari e degli slavi.

REGNO DEI FRANCHI vs ARABI
                                         vs AVARI + SLAVI

La penetrazione degli slavi nella penisola balcanica trova conferma nella toponomastica. Nel corso dei secoli quelle popolazioni sono state completamente grecizzate.
Con l'espansione degli slavi ebbe inizio la storia moderna dei Balcani.
Fino ad allora si potevano distinguere due aree omogenee:

  • area occidentale - cultura latina
  • area orientale - cultura greca
Le due realtà avevano vissuto a lungo sotto il medesimo impero; con l'arrivo degli slavi le vie di comunicazione furono interrotte. Si crearono così per un paio di secoli grosse difficoltà di comunicazione, lo dimostra la progressiva rarefazione della conoscenza del latino nell'impero bizantino. Assunse allora straordinaria importanza il Mar Adriatico.

La penetrazione slava nei balcani e la perdita delle provincie mediorientali provocò la riorganizzazione dell'impero romano orientale e la nascita del vero e proprio impero bizantino.

provincie romane > "temi" = stratega capo civile e militare

Formazioni tribali slave, sotto la guida di popolazioni sarmatiche di origine iranica che avevano il nome di serbi e croati si erano stanziate nell' Europa centrale subendo la pressione degli avari e dei franchi. Secondo fonti storiche i loro capi si accordarono con Costantinopoli per stabilirsi nei territori dell'impero, creando così un confine militare per la difesa dalle incursioni degli avari.

Qualcosa di simile avvenne con una popolazione di origine turca, i protobulgari, che avevano raggiunto le foci del Danubio insediandosi nell'area del Ponto. Nel 679 il loro khan, dopo aver negoziato con l'imperatore li portò ad occupare l'area balcanica. Il suo successore, con il titolo di cesare, difese Costantinopoli dall'assedio arabo, ponendo un limite alla loro espansione.

PROTOBULGARI + BIZANTINI vs ARABI

L'ESPANSIONE SLAVA VERSO OCCIDENTE

Gli slavi penetrarono profondamente nell'Europa centrale così entrarono in contatto sia con le popolazioni germaniche sia con quelle latine dell'arco alpino.
Elba come confine tra germani e slavi.

Gli slavi si trovarono coinvolti nello scontro tra avari, cui erano sottoposti, e franchi.
All'inizio del VII secolo alcune tribù slave al confine con il regno dei franchi si ribellarono a gli avari e sotto la guida di un mercante franco di nome Samo riuscirono a costruire un' organizzazione autonoma. Il regno di Samo, si mantenne indipendente anche da i franchi e rappresentò probabilmente il primo tentativo di organizzazione autonoma del mondo slavo.

AVARI (+SLAVI ?) vs FRANCHI

Nel corso dei secoli queste popolazioni sono state completamente germanizzate ma ci restano come testimonianza i toponimi. La loro presenza ci ricorda, contraddicendo ogni idea sulla purezza della razza che ha avvelenato il XX secolo, che diverse popolazioni di area tedesca rappresentano il frutto di un melting pot fra popolazioni germaniche e slave. Diversi toponimi che suonano come originariamente tedeschi risalgono a radici slave. Berlino deriverebbe dalla radice berl-,birl- "palude"; Lipsia da lip-, in slavo comune "tiglio", un centro urbano ai margini dei boschi di tigli.

L'ESPANSIONE SLAVA A SETTENTRIONE E VERSO ORIENTE


Gli slavi orientali svilupparono rapporti con il khanato dei cazari, che già dal VII secolo controllava l'area del Volga fino al mar Caspio ed era alleato dei bizantini contro persiani e arabi.
I cazari, popolazione di origine turca proveniente dall'Asia, estendeva la propria influenza dal Caucaso e dalle regioni delle steppe fino alla penisola di Crimea. Controllavano i traffici col il Medio Oriente e l'Asia centrale costituendo un crocevia fondamentale fra mondo asiatico e europeo.
La sua memoria si conserva ancora oggi nella definizione del mar Caspio, che in persiano e in turco è detto "mare dei cazari" .

KHANATO CAZARI + BIZANTINI vs PERSIANI E ARABI

GLI SLAVI FRA IMPERO BIZANTINO E REGNO FRANCO

Le sorti dell'antico impero romano erano affidate a due grandi potenze:

  • IMPERO BIZANTINO
  • REGNO FRANCO
I CAROLINGI, nuova dinastia di questo impero romano-barbarico, si imposero con il sostegno del papato. Volevano piegare la resistenza delle tribù germaniche e mettere a freno le scorrerie del khanato avaro.
Nel 796 il figlio di Carlo Magno, Pipino sconfisse definitivamente gli avari, determinandone la scomparsa.

L'IMPERO BIZANTINO 

Il khanato bulgaro si assimilò presto alle popolazioni slave e assunse un ruolo fondamentale nella storia dei balcani.
Il territorio strategicamente importante, circondato dal mar Mediterraneo, dal bacino del Danubio e dalla catena montuosa dei Balcani, vide emergere una nuova potenza antagonista dell'impero bizantino. Si creò una situazione di conflitto che caratterizzò tutto il medioevo.
Grazie ai protobulgari le tribù slave entrarono in un'organizzazione centralizzata, come era avvenuto con gli avari.

Khanato bulgaro : autorità assoluta, il Khan
                                 esercito
                                 aristocrazia
                                 boljare ( i suoi membri)

KHANATO BULGARO vs  IMPERO BIZANTINO


LA REAZIONE DEGLI IMPERI

La notte di Natale dell'anno 800 il papa incoronò imperatore Carlo Magno col proposito di rinnovare l'eredità della Roma antica che si stava espandendo a oriente lungo la valle del Danubio.

L'azione di conquista si accompagnava a una nuova organizzazione di forma feudale:
parcellizzazione del potere
autorità locali legate al potere centrale da rapporti fiduciari
connessione fra potere civile, militare ed ecclesiastico

Per gli slavi di quest'area cominciò un processo di cristianizzazione e germanizzazione. Le popolazioni che aderivano al cristianesimo venivano organizzate in "chiese proprietarie", cioè comunità che dipendevano dall'autorità civile e militare che le aveva fondate.

All'interno dell'impero bizantino stava accadendo qualcosa di analogo.
Procedette alla riconquista dei territori dell'impero romano d'Oriente, verso il Medio Oriente, i Balcani e l'Adriatico. Si crearono dei temi suddivisi in arcontati , amministrati da un arconte.

Seguì l'attività del clero greco: grecizzazione e cristianizzazione delle popolazioni slave.

I RAPPORTI FRA ROMA E COSTANTINOPOLI

Con l'incoronazione di Carlo Magno REGNO DEI FRANCHI EREDE DELL'IMPERO ROMANO.

Era venuto maturando un disegno politico, religioso e culturale che rappresentò una svolta fondamentale nella storia dell'Europa, in contrapposizione alla tradizione dominante a Costantinopoli, dove si continuò a riconoscere un unico legittimo imperatore.

L'impero romano d'Occidente rinacque in una forma nuova :  l'imperatore non era scelto dall'esercito e nemmeno dalla curia imperiale, ma la sua elezione era sancita dall'incoronazione da parte del pontefice, che se ne arrogò il diritto con l'aiuto di un famoso falso, la cosiddetta Donazione di Costantino.
La Donazione di Costantino: Nel 1440 l'umanista Lorenzo Valla utilizzò per la prima volta lo strumento filologico per indagare un documento il cui contenuto aveva fondato per secoli il potere temporale della Chiesa di Roma e l'esistenza dello Stato della Chiesa. Si trattava della Donatio o Constitutum Constantini, ovvero la donazione da parte dell'imperatore romano nel 324 a papa Silvestro I e ai suoi successori del potere sull'impero romano d'Occidente, di potersi fregiare delle insegne imperiali, oltre alla donazione ad personam del palazzo lateranense.

In un certo senso la storia dell'Occidente ebbe il suo inizio con l'incoronazione di Carlo Magno. Questa scelta portò grandi cambiamenti:

la diffusione a Roma di tradizioni galliche + influenze provenienti dal mondo franco sul piano ecclesiastico.

Questione di maggior atrito fra mondo latino e mondo greco : il fililoque:
parola aggiunta nella Professione di fede ( Credo), che si traduce "e per mezzo del figlio" e fa riferimento al fatto che nella descrizione dei rapporti fra le persone della Trinità, lo Spirito Santo procede non solo dal Padre, ma anche dal Figlio. L'originale greco afferma che lo Spirito Santo procede dal Padre e presuppone un'unica fonte.
Nella prima si sottolinea l'assoluta trascendenza del Divino e il suo principio unico, da cui scaturisce in Oriente ogni legittimazione al principio di autorità, e l'origine divina dell'imperatore. Nella seconda si evidenzia la mediazione del Figlio, cioè Cristo. Ne consegue in Occidente un'esaltazione della mediazione della Chiesa e più in generale, delle istituzioni, di cui esalta la valenza giuridica.

Un'altra questione aveva diviso l'Oriente dall'Occidente nell'orizzonte più ampio dello scontro con l'Islam: l'iconoclastia. La questione dell'immagine e della sua interpretazione rappresenta un elemento fondamentale che distingue la civiltà europea dal mondo islamico. L'idea dell'immagine era strettamente connessa alla possibilità di raffigurare la divinità e alla lotta contro l'idolatria. Mentre l'Islam, seguendo il divieto dell'Antico Testamento, insieme alla tradizione giudaica negava la liceità di qualunque immagine riconoscendovi una forma d'idolatria, il mondo cristiano riteneva lecito raffigurare la divinità fondandosi sull'incarnazione del Verbo, considerata la piena manifestazione della divinità in una persona umana.
La concezione iconoclasta fece breccia anche nel mondo cristiano. A Bisanzio (717-802) si sviluppò una profonda reazione alla venerazione delle immagini, che prese il nome di iconoclastia. Molte immagini furono distrutte, mentre si conservò tolleranza per alcune forme simboliche, come la croce. Forte fu la resistenza del mondo monastico, che elaborò una dottrina per rispondere alle obbiezioni degli iconoclasti. Presupponendo una stretta relazione fra l'immagine sacra e quanto era rappresentato, si dava la possibilità ai credenti di entrare in contatto con il mondo divino, giustificando la venerazione della medesima immagine ( iconodulia) .
Diversa è la concezione che maturò nel mondo occidentale, a cominciare dal periodo carolingio, in cui l'iconoclasmo non riuscì a imporsi. L'immagine aveva principalmente una finalità pedagogica.

In Oriente il movimento degli iconoduli ebbe il sopravvento. Da quell'epoca si realizzò una stretta connessione tra forme artistiche e riflessione religiosa e filosofica che ebbe un influsso straordinario nell'Europa balcanica e orientale.

All'epoca dell'iconoclasmo (731), mentre roma difendeva quanti veneravano le immagini e dava rifugio ai monaci orientali, il patriarca di Costantinopoli estese la sua giurisdizione sull'antica provincia dell'Illirico, che per tradizione apparteneva alla sede romana e coincideva con la penisola balcanica. Successivamente quando l'impero bizantino si riorganizzò e l'impero carolingio estese il suo dominio nelle aree danubiane, la questione dell'Illirico assunse una particolare importanza. Ne nacque una contesa durissima, che aveva come posta in gioco l'evangelizzazione e la colonizzazione degli slavi. La Chiesa romana e quella di costantinopoli giunsero a un attrito sempre più profondo, che arrivò al momento di rottura all'epoca in cui fu eletto patriarca di Costantinopoli Fozio. Fu lui tuttavia a cercare di riallacciare il dialogo con Roma.

LA MORAVIA E IL KHANATO BULGARO

In una situazione di forte pressione esterna gli slavi furono costretti a organizzarsi per resistere alle spinte colonizzatrici che venivano sia dal mondo bizantino sia dal mondo carolingio.
Nel IX secolo, gli slavi costituirono, per la prima volta sotto la guida di un principe slavo, una confederazione tribale che le fonti medievali chiamano " Grande Moravia".
 Nella seconda metà del IX secolo si cominciarono a delineare le prime alleanze strategiche:

L'IMPERO CAROLINGIO + KHANATO BULGARO per i territori del bacino danubiano della Grande Moravia

GRANDE MORAVIA + BISANZIO (antibulgaro)
stretta tra khanato bulgaro 
e Sacro romano impero

COSTANTINO CIRILLO E LE SUE MISSIONI

I fratelli tessalonicesi furono coinvolti in 3 MISSIONI di cui solo l'ultima nel mondo slavo.
All'età di 24 anni Costantino partecipò alla sua prima missione in Medio Oriente.

LA MISSIONE IN MEDIO ORIENTE
Il califfato di Baghdad occupava un'area che fino a due secoli prima costituiva una delle regioni più ricche dell'impero, e al suo interno erano presenti numerose comunità che parlavano greco e siriaco e che professavano la fede cristiana, pur in un contesto islamico. All'epoca circolava anche a Bisanzio il Corano tradotto in greco e l'Islam era considerato un'eresia del cristianesimo, una sua variante spuria. La classe araba dominante di fede islamica era identificata con uno dei due rami fondamentali del mondo semitico: dalla stirpe di Abramo proveniva sia Isacco, che era all'origine della stirpe ebraica, sia Ismaele da cui discendevano gli arabi.
Le diatribe di Costantino-Cirillo con i suoi oppositori si concentrarono sull'interpretazione dei libri, sia del libro biblico, sia del Corano, ma la questione fondamentale era la discriminazione cui erano sottoposte le comunità cristiane sul piano economico. Dovendo pagare un tributo, da cui i convertiti all'Islam erano esentati, le comunità cristiane venivano lentamente soffocate, anche se non direttamente perseguitate. Giungevano persino a citare il Vangelo, ricordando a Costantino-Cirillo che anche Cristo aveva pagato il tributo all'autorità ai suoi tempi. Nella sua risposta il filosofo offre un'interpretazione del medesimo passo evangelico secondo cui le comunità cristiane non erano obbligate a pagare il tributo al califfo, ma semmai all'imperatore di Costantinopoli:
<<Quando Gesù diede il tributo a chi apparteneva il potere, agli ismaeliti o ai romani?>> Essi risposero: << Ai romani>>. E allora disse: <<E allora non dovete criticarci, perché diamo tutti il tributo ai romani>>.

Al suo ritorno Costantino si recò sul monte Olimpo in Asia Minore, in un monastero presso cui si era ritirato il fratello Metodio.

LA MISSIONE PRESSO I CAZARI
La successiva missione era diretta ai cazari. Questo khanato si estendeva dal Volga, dove si trovava la capitale Itil', fino al mar Nero, mantenendo contatti sia col mondo bizantino che col mondo islamico, mentre estendeva la sua influenza sulle tribù slave orientali. La presenza di comunità ebraiche aveva determinato l'orientamento religioso della classe dirigente. 
Per la sua posizione e il ruolo il khanato aveva un'importanza strategica per l'impero bizantino dal momento che controllava le importanti vie commerciali verso l'Oriente. Nel suo viaggio Costantino-Cirillo con il fratello Metodio, fece tappa nell'ultmo avamposto del mondo greco: la città di Cherson in Crimea sul mar Nero. Rappresentava una terra di confino per le persone sgradite. Secondo la tradizione era stato esiliato lì anche papa Clemente. Giunto nella città Costantino iniziò le ricerche che avrebbero condotto al ritrovamento delle sue reliquie. Questo ritrovamento avrebbe giocato un ruolo fondamentale per la missione presso gli slavi. Arrivarono quindi a Derbent per svolgere la loro missione. Nel corso della diatriba con i rappresentati ebraici e islamici assunse un ruolo fondamentale l'interpretazione dell'Antico Testamento, il confronto fra le religioni. La risposta ai cazari è particolarmente eloquente:
<<Perché dici questo? Ciascuno ritiene il proprio parere migliore dell'altro. I giudei considerano migliore il proprio, mentre altri un altro. Dicci, quale riterremo il migliore di questi [insegnamenti]?>>. Disse il filosofo: <<Il fuoco prova l'oro e l'argento, mentre l'uomo distingue con l'intelletto la menzogna dalla verità>>.
Seguendo la tradizione culturale greca Costantino mostra una straordinaria fiducia nella ragione dell'uomo.
La missione si concluse in verità con un modesto successo, che consistette soprattutto nel rilascio di alcuni prigionieri greci. Probabilmente i cazari desideravano solo ristabilire i contatti con Bisanzio dopo un periodo di belligeranza.

COSTANTINO-CIRILLO, METODIO E LA MISSIONE PRESSO GLI SLAVI
Al ritorno dalla sua prima missione Metodio era diventato igumeno, cioè abate di uno dei monasteri sull'Olimpo.

LA FASE PREPARATORIA DELLA MISSIONE PRESSO GLI SLAVI
La terza missione di Costantino prese le mosse da una lettera del principe della Moravia:
<<Da quando il nostro popolo ha rigettato il paganesimo e osserva la legge cristiana, non abbiamo un maestro che ci interpreti nella nostra lingua la vera fede cristiana, così che anche gli altri paesi, vedendo questo, diventino simili a noi. Mandaci dunque, signore, un tal vescovo e maestro, da voi infatti proviene sempre per ogni paese la buona legge >>.

La Moravia ormai si era convertita al cristianesimo per opera del clero latino, proveniente dal mondo latino-germanico, sotto l'egida del Sacro romano impero. La cristianizzazione procedeva con l'imposizione del culto in latino e la creazione di chiese proprietarie rette dal clero germanico.
Il principe Rastislav voleva che si costruisse una gerarchia ecclesiastica indipendente dall'episcopato germanico.

Si trattava innanzitutto di far accettare alla Santa Sede una missione bizantina che si sarebbe svolta nel suo territorio.
Dal precedente viaggio presso i cazari Costantino aveva portato con sé le reliquie di papa Clemente. Queste avrebbero costituito il segno concreto della nuova politica di dialogo fra le due antiche sedi patriarcali.
Il coronamento dell'impresa sarebbe stato rappresentato dalla costituzione di una Chiesa per gli slavi, che pur dipendendo dal papato, sarebbe stata libera dalle ingerenze germaniche ed eventualmente avrebbe seguito la tradizione bizantina.
L'INVENZIONE DELL'ALFABETO
Il giovane Costantino obbiettò che andare a predicare in slavo, in una lingua non scritta e in un ambiente dove svolgevano la propria missione il clero germanico, sarebbe stato estremamente pericoloso. La possibilità di interpretazioni distorte avrebbe dato adito all'accusa di diffondere eresie fra le popolazioni appena convertite. Il lavoro principale della missione consistette nell'elaborazione di un alfabeto per gli slavi che prese il nome di alfabeto glagolitico.
I FRATELLI TESSALONICESI IN MORAVIA E IN PANNONIA
Furono accolti in Moravia con calore. La loro missione ricevette l'adesione del principe Kocel della confinante Pannonia che affidò loro molti discepoli.
La missione suscito le immediate reazioni delle Chiese locali germaniche e latine che iniziarono ad accusare i missionari bizantini di eresia dal momento che adottavano per la preghiera pubblica e per l'istruzione una lingua differente dalla lingue sacre tradizionali, il latino, il greco e l'ebraico. L'opposizione del clero germanico aveva di fatto delle ragioni politiche: l'eventuale creazioni di nuove diocesi, pur dipendenti da Roma, avrebbe limitato l'espansione dei loro episcopati, ed esteso fin oltre il Danubio l'influenza di Bisanzio.
IL SOGGIORNO A VENEZIA E A ROMA
Per affrontare la delicata questione, la missione bizantina si diresse a Roma.  Giunti a Venezia ci fu un aspro dibattito sull'uso dello slavo nella liturgia ( definita "trilinguismo" ) e considerata una vera e propria eresia. Per i fratelli tessalonicesi non rimaneva che appellarsi all'autorità di Roma.
La delegazione bizantina si fece precedere dalle reliquie di papa Clemente che tornavano in patria. Il nuovo papa, Adriano III le accolse accettando il gesto di riconciliazione.
Davanti al papa e ai cardinali Costantino difese con forza l'uso dello slavo nella liturgia e in generale la sua missione. Seppe scegliere gli argomenti più solidi tratti dalle Sacre Scritture, mettendo in evidenza come fosse lecito a ogni popolo lodare Dio con la propria lingua.
Il papa comprese che si trattava di un'occasione unica di realizzare il proggetto di conversione. Se Roma avesse preso in mano l'iniziativa e messo sotto la sua protezione la missione bizantina, avrebbe ribadito la propria sovranità sui territori danubiani e avrebbe legato a se le Chiese nascenti in Moravia e in Pannonia. Certamente la missione di Costantino proveniva da Bisanzio e rischiava di prendere a modello la tradizione greca e non latina. Si trattava allora di ricondurre l'uso dello slavo all'interno del rito latino.

La Santa Sede progettò una seconda fase della missione, sotto la propria egida e la guida di un vescovo, a cui avrebbe affidato la nuova Chiesa.
Nel 869 giunse la fine per Costantino, chiese al fratello di continuare la missione.
METODIO ARCIVESCOVO DEGLI SLAVI
Si decise di consacrare Metodio arcivescovo titolare della sede di Sirmio.
La missione era diventata una missione di iniziativa papale che segnava allo stesso tempo un riavvicinamento fra Costantinopoli e Roma.
Metodio fu però sequestrato e portato in Germania alla corte dell'imperatore Ludovico il Germanico. Nel frattempo suo figlio Carlomanno giunse in Moravia dove imprigionò Rastislav e mise al suo posto Sventopluk, costringendolo ad assumere una posizione filofranaca.
La curia romana, dove il clero germanico aveva i suoi informatori, fu tenuta il più a lungo possibile ignara e ci vollero più di due anni prima che la notizia trapelasse. Quando ne fu a conoscenza, il papa intervenne con la massima rapidità e severità per difendere la propria autorità. Comminò la scomunuca a tutti i vescovi che avevano partecipato alla condanna di Meodio e Metodio riacquistò la libertà.
Intanto, però, il ritardo aveva consentito al clero germanico di organizzarsi in Pannonia, mettendo in difficoltà il principe Kocel, così da rendere impossibile la prosecuzione della missione di Metodio in questo territorio. Non rimaneva che concentrarsi sulla Moravia, Metodio con l'appoggio di Sventopluk creò una Chiesa locale.

La prima traduzione della Bibbia in slavo fu portata compimento negli anni 80 del IX secolo.
Sempre in questi anni gli ungari avevano iniziato la loro penetrazione nell'area danubiana, prima di intaprendere l'opera di conquista che avrebbe cancellato la Grande Moravia.
Le pressioni del clero germanico non cessarono, anzi crebbero, non aspettavano altro che l'occasione per deferire Metodio dall'autorità romana.
Il prete Viching che si era fatto portavoce del clero germanico si recò direttamente a Roma e riuscì a far mettere sotto accusa Metodio, ma gli antichi legami con il papa Adriano non potevano essere dimenticati.
Si giunse a un compromesso e Metodio dovette accettare Viching come vescovo suffraganeo, titolare della diocesi di Nitra. A succedergli Metodio aveva preparato Gorazd, uno dei suoi discepoli più vicini; la sua scelta avrebbe coronato il progetto iniziale di una Chiesa slava. Anche questa volta, però, alla morte di Metodio 885 il clero germanico fece imprigionare i discepoli di Metodio e il clero rimasto a lui devoto. Molti furono venduti come schiavi o trovarono rifugio nella fortezza di Belgrado, avamposto del khanato bulgaro. Da qui furono trasferito nella capitale Pliska alla corte del khan Boris.

L'EUROPA CENTRALE E ORIENTALE FRA IL IX E IL X SECOLO

Dopo la morte di Metodio alla guida della Chiesa morava fu imposto il suo vicario Viching, appoggiato dall'episcopato germanico e dalla sede romana. Roma stava orientando sempre più la sua politica verso il Sacro romano impero, in contrasto con Costantinopoli che invece stava espandendo la sua influenza sul khanato bulgaro.
L'egemonia germanica in Moravia però non ebbe il tempo di consolidarsi; fra la fine del IX e l'inizio del X secolo arrivò una popolazione nomade proveniente dalle steppe eurasiatiche, che si stabilì definitivamente in Europa: gli ungari. La loro penetrazione nella pianura pannonica determinò la distruzione dei primi Stati slavi, la Moravia e la Pannonia. Gli ungari raggiunsero con una serie di scorrerie il Sacro romano impero, rendendo insicura l'Europa centrale per un secolo. Quando poi si convertirono al cristianesimo, intorno all'anno 1000, formarono uno degli Stati più potenti dell'Europa medievale.
Questa popolazione finì per separare gli slavi meridionali dagli slavi occidentali; il loro passaggio dalle steppe aveva contribuito a separare gli slavi meridionali dagli slavi orientali. La loro presenza favorì la frammentazione del mondo slavo, che si manifesto primariamente a livello linguistico con la progressiva separazione fra i tre grandi gruppi in cui ancora oggi si distinguono.

L'EREDITA' CIRILLO-METODIANA NEL PRIMO IMPERO BULGARO
Quando i discepoli di Metodio raggiunsero Pliska, la capitale del khanato bulgaro, il khan Boris era convertito da tempo al cristianesimo. Pur battezzato dai bizantini nel 865, Boris aveva cercato in tutti i modi di stringere legami con Roma, con l'intento di costituire una Chiesa indipendente dal patriarcato di Costantinopoli, ma la richiesta apparve inaccettabile alla curia romana.
Al khan non rimaneva che venire a patti con il potente vicino, e così, furono i missionari bizantini a procedere all'evangelizzazione della popolazione protobulgara e slava.
L'arrivo dei discepoli di Metodio aprì inaspettate prospettive al khan Boris. Con l'aiuto dei collaboratori di Metodio si poteva costruire una Chiesa che, pur dipendendo formalmente dal patriarcato di Costantinopoli, avrebbe avuto una propria lingua liturgica e una propria gerarchia slava. Inoltre l'uso dello slavo avrebbe costretto le famiglie aristocratiche ad assimilarsi più rapidamente agli slavi.
Il khan Boris lasciò il trono al figlio maggiore. Questi quando tentò di ristabilire il paganesimo fu deposto dal padre che gli preferì il figlio cadetto Simeone. La vecchia capitale Pliska, dove ancora era forte il paganesimo, fu abbandonata per una nuova capitale, Preslav, costruita sul modello di Costantinopoli. Il giovane Simeone favorì l'opera dei discepoli di Metodio, promuovendo le traduzioni dal greco allo slavo. Fra i suoi massimi collaboratori vi fu Costantino di Preslav, cui probabilmente si deve l'abbandono del glagolitico a favore dell'alfabeto cirillico, più simile al greco. La città divenne sede dell'arcivescovato; nel 925 si chiuse la prima fase della costruzione di una gerarchia ecclesiastica nell'impero bulgaro con l'elevazione dell'arcivescovo a patriarca.
Creazione di due protagonisti in concorrenza fra loro: da una parte, l'impero bizantino con il suo imperatore e il suo patriarca, dall'altra, l'impero bulgaro  con il suo imperatore e il suo patriarca,che si ispiravano alla medesima tradizione, ma che nella lingua del culto e della cultura manifestavaano la distinzione fra elemento greco e slavo.
Si giunse a una convivenza più o meno pacifica, che fu segnata da un forte processo di bizantinizzazione dell'impero bulgaro.
IL CONFLITTO BULGARO-BIZANTINO
Appena ne ebbe l'occasione, l'impero bizantino scelse una soluzione definitiva nei confronti di un impero bulgaro che si faceva sempre più intraprendente. Il lungo conflitto che seguì ebbe termine solo all'inizio del XI secolo(1018) con la scomparsa del primo impero bulgaro e la sottomissione dei bulgari.
Basilio II il "bulgaroctono" ("uccisore dei bulgari")
L'intera area fu sottomessa a un arcivescovo greco. Non fu però cancellata la memoria della tradizione bizantino-slava, anche se la lingua greca riprese il sopravvento, almeno nella gerarchia ecclesiastica. Lo slavo assunse un ruolo subordinato.

LA DALMAZIA, LA CROAZIA PANNONICA E LE ORIGINI DELLA SERBIA MEDIEVALE
L'arrivo degli ungari determinò non solo la scomparsa della Grande Moravia e del principato pannonico, ma causò il blocco delle spinte espansionistiche del Sacro romano impero per alcuni decenni. Mentre i bizantini erano impegnato con i bulgari, indeboliti dalle incursioni ungare; il principato croato entrò in aperto conflitto con l'impero bulgaro a sostegno di Costantinopoli.
Mentre nell'impero bulgaro dominava la tradizione liturgica greca, nel regno croato si era imposta la tradizione latina, con l'emarginazione dell'uso dello slavo nella liturgia. In tal modo la tradizione cirillo-metodiana non ebbe la possibilità di svilupparsi liberamente.
Probabilmente la sede romana aveva paura che, come in Bugaria, dove si era formata uan Chiesa autocefala di tradizione bizantino-slava, si potesse creare nel regno croato una Chiesa dit radizione latino-slava che avrebbe messo a repentaglio l'autorità romana.
L'idea cirillo-metodiana di una Chiesa per gli slavi legata alla tradizione bizantina, assunse una nuova forma nella Chiessa autocefala dell'impero bulgaro. Pur prendendo a modello la Chiesa costantinopolitana, la Chiesa bulgara entrava in concorrenza con gli episcopati di tradizione latina. A cominciare dalla Dalmazia l'episcopato latino iniziò a identificare l'eredità cirillo-metodiana con la Chiesa dell'impero bulgaro e con la tradizione bizantino-slava, maturando un giudizio negativo. Il clero di ascendenza metodiana fu emarginato in Dalmazia, nonostante i divieti, si conservò la memoria della tradizione slava e dell'alfabeto glagolitico, dando luogo a una tradizione liturgica di osservanza romana, ma in lingua slava.

L'EREDITA' CIRILLO-METODIANA NEL MONDO SLAVO ORIENTALE: LA RUS' DI KIEV
I vichinghi già nella prima metà del IX secolo assunsero il controllo di un importante via commerciale che dal Dnepr giungeva al mar Nero, dalle cui rive si salpava per Costantinopoli, chiamata " via dei greci", univa il mar Baltico e il mar Nero "mare della Rus'"; sottrassero il territorio ai cazari.
L'aristocrazia guerriera vichinga prese il nome di "variaghi" e nel giro di alcune generazioni si assimilò agli slavi. La provenienza scandinava è attesta dall'onomastica dei principi e delle compagnie di armati, che in slavo orientale presero il nome di druzina.
I variaghi cotituirono una nuova compagine statale che prese il nome di Rus', forma slavizzata dell'etnonimo "Ros" che indicava i vichinghi "rematori". L'etonimo-toponimo "Rus' " identificò ben presto gli slavi orientali, organizzate in principati legate al principato di Kiev, che ne costituì la capitale. (Novgorod " la città nuova"; Cherson , antica colonia bizantina). Praticarono con la capitale bizantina il commercio e l'attività piratesca e attraverso questi contatti cominciò a diffondersi fra i variaghi il cristianesimo.

Alla fine del X secolo in Crimea, proprio a Cherson, si svolse un evento che segnò radicalmente la storia dell'Europa orientale. La città che si affacciava al mar Nero, che si era ribellata all'imperatore bizantino, fu riconquistata con l'aiuto del principe di Kiev Vladimir. Come ricompensa il principe variago chiese la mano della sorella dell'imperatore. Il matrimonio ebbe per condizione la conversione al cristianesimo di Vladimir(988). Vladimir costrinse alla conversione l'intera popolazione, sia vichinga sia slava.

Mentre il primo impero bulgaro stava cadendo sotto Bisanzio, a Costantinopoli Basilio II comprese che era possibile sfruttare lo slavo come lingua di culto, avendo a disposizione un clero bulgaro già istruito e i libri tradotti, per evangelizzare rapidamente gli slavi orientali e legarli al mondo bizantino prima che nell'area mettessero radici i missionari latini.
Nel 966, infatti, il principe polacco Mieszko si era convertito alla fede latina e nel suo regno si stava formando una gerarchia slava di tradizione latina, come già nel ducato boemo, ungheria, penisola scandinava.
Appena qualche anno dopo si sarebbe convertito al cristianesimo latino Olaf, re di Norvegia.

A Bisanzio-proposito di contrastare la cristianità latina 
Si progettò dunque di ampliare la propria sfera di influenza, orientando la Rus' verso Bisanzio, limitandone il più possibile i rapporti con il mondo latino. Per facilitare l'operazione si promosse l'uso dell'alfabeto cirillico e dei libri liturgici della tradizione bizantino-slava elaborati in Bulgaria.

IL MONDO SLAVO OCCIDENTALE E IL SUO INGRESSO NELLA CHRISTIANITAS
IL SACRO ROMANO IMPERO AL TEMPO DEGLI OTTONI
Nel Sacro romano impero si impose la dinastia degli Ottoni di origine sassone. La politica degli Ottoni cercò di seguire il modello dell'universalismo bizantino nelle sue relazione con le nuove compagini statali ai confini orientali dell'impero. Richiamandosi a questa tradizione, concepirono il disegno di un impero capace di legare a sé nuovi principati e regni nel progetto di una Christianitas latina che vedeva al suo vertice l'imperatore, la cui autorità mirava a controllare persino il trono papale. Dopo aver contenuto gli ungari, definitivamente sconfitti nella battaglia di Lachfeld(955) - "spinta verso oriente".
IL DUCATO DI BOEMIA
Dalle ceneri della Moravia, si era costituito il nuovo ducato slavo della Boemia. Il principe fece atto di sottomissione al duca di Baviera e più tardi il principe Venceslao prestò giuramento davanti a Enrico l'Uccellatore, duca di Sassonia. In seguito furono fedeli alleati dell'imperatore nella guerra contro gli ungari. Probabilmente alcuni presuli moravi si erano rifugiati in Boemia continuando la loro attività; allo stesso tempo nell'area penetrava il cristianesimo di tradizione latina dal mondo germanico. L'eredità cirillo-metodiana non scomparve del tutto, fino al XI secolo rimase ativo il monastero di Sazava, in cui si usavano libri slavi.
I REGNI DI POLONIA E UNGHERIA
Sotto la guida del principe Mieszko, convertito al cristianesimo latino nel 966, la Polonia entrò nella Christianitas occidentale. Il principe polacco consacrò la terra polacca al papa di Roma nell'atto conosciuto come Dagome iudex. Difendendosi dall'espansionismo dell'episcopato germanico e del Sacro romano impero, dichiarava la sottomissione diretta del paese all'autorità papale.

Sempre attorno all'anno 1000 anche nel regno ungherese si stabilì una solida gerarchia latina.
La creazione di gerarchie ecclesiastiche indipendenti dagli episcopati germanici favorì lo sviluppo autonomo delle nazioni e la presa di coscienza della propria appartenenza al regno.
Pur in forma meno evidente, si conservano tracce dell'eredità cirllo-metodiana anche in Polonia. La testimoniano il culto del discepolo Gorazd e la presenza di monete con iscrizioni in slavo.

La tradizione slava si sviluppo in un rapporto simbiotico con il cristianesimo orientale di tradizione greca. Nel giro di poco più di un secolo si stabilirono quei confini culturali fra l'Occidente e l'Oriente dell'Europa che hanno lasciato tracce ancora oggi. Non a caso lo scisma, a seguito della reciproca scomunica fra Costantinopoli e Roma, si verificò nel 1054, quando ormai erano fissati i confini fra le due culture e tradizioni dell'Europa. Lo scisma sanciva la divaricazione dei percorsi culturali delle due grandi potenze.

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